<h2>In un mondo che pone sempre pi&ugrave; enfasi sulla responsabilit&agrave; sociale, questo articolo esamina come il branding sostenibile sia diventato ormai quasi un imperativo per i grandi brand.</h2>

Una riflessione sull&#39;importanza crescente di questa strategia nel contesto attuale, dove la responsabilit&agrave; sociale si intreccia con l&#39;identit&agrave; di brand.

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<h3>Comunicazione Sostenibile: una necessit&agrave;</h3>

Oggi, il branding sostenibile non &egrave; pi&ugrave; un&#39;opzione, ma una scelta quasi imprescindibile. Questa evoluzione si radica in una consapevolezza sempre pi&ugrave; diffusa: la richiesta da parte dei consumatori di azioni concrete per la salvaguardia dell&#39;ambiente e della societ&agrave;.&nbsp;In questo contesto, il branding sostenibile diventa non solo un gesto di responsabilit&agrave;, ma una vera e propria dichiarazione di intenti, un modo per le aziende di mostrare il proprio impegno verso un futuro pi&ugrave; equo e sostenibile. 
 
Consumatori all&#39;avanguardia: i nuovi detentori del potere

I consumatori sono i principali motori di questo cambiamento, con il 51%* che ora pone la sostenibilit&agrave; ambientale al centro delle proprie decisioni di acquisto. un aumento significativo rispetto agli anni precedenti. La pandemia ha accelerato questa tendenza, portando il 49%* dei consumatori a spendere di pi&ugrave; per prodotti sostenibili o socialmente responsabili​​.

Questo spostamento nelle preferenze dei consumatori si riflette anche in un cambiamento radicale nella loro fedelt&agrave; al brand. Le ricerche evidenziano che i consumatori, sempre pi&ugrave; informati e consapevoli, tendono a supportare aziende che dimostrano un autentico impegno per la sostenibilit&agrave;. Questo impegno si manifesta non solo attraverso prodotti sostenibili, ma anche mediante pratiche aziendali etiche e trasparenti.

<h3>Integrazione di profitto, pianeta e persone nelle strategie aziendali</h3>

L&#39;impulso dato dai consumatori verso un futuro pi&ugrave; verde e responsabile non solo trasforma le loro scelte di acquisto, ma impone anche una profonda riflessione sulle strategie aziendali. Questa crescente richiesta di prodotti e pratiche sostenibili spinge le imprese a riconsiderare il loro approccio a 360 gradi, portandole a integrare il concetto di sostenibilit&agrave; non solo nei loro prodotti, ma in ogni aspetto della loro operativit&agrave;.

Il 42%* delle aziende oggi incorpora metriche di sostenibilit&agrave; nei propri KPI (nel 2021 la percentuale era del 26%), una tendenza che segnala l&#39;integrazione di profitto, pianeta e persone nelle strategie aziendali. Un nuovo approccio che si allinea con le aspettative dei consumatori e degli investitori​​.

<h3>Il caso McDonald&#39;s</h3>

La storia di McDonald&#39;s nel panorama del branding sostenibile &egrave; emblematica. Un tempo al centro delle critiche per le sue pratiche non certo sostenibili, il colosso della ristorazione e simbolo del fast food ha intrapreso un viaggio di trasformazione radicale. A testimonianza dell&rsquo;importanza riconosciuta nel branding sostenibile, &egrave; ormai da tempo che dedica massicci investimenti in questa tipologia di comunicazione.

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<h3>La sinergia tra sostenibilit&agrave; e welfare aziendale</h3>

Oggi, la sostenibilit&agrave; si manifesta come una forza che va oltre la tutela ambientale, permeando tutti gli aspetti dell&#39;operato aziendale. Questo approccio olistico non solo migliora la percezione esterna del brand ma rafforza anche il benessere interno dell&#39;organizzazione. Un brand che dimostra consapevolezza del proprio impatto sociale ed ecologico non solo conquista rispetto e fiducia dai consumatori, ma crea anche un ambiente lavorativo pi&ugrave; stimolante e salubre per i dipendenti.

Secondo un&rsquo;<a href="https://www.ibm.com/thought-leadership/institute-business-value/en-us/report/2022-sustainability-consumer-research" style="text-decoration:none" target="_blank">indagine di IBM</a>, le aziende sostenibili attraggono il talento. Due terzi dei rispondenti preferiscono lavorare per aziende &ldquo;etiche&rdquo;.

<h3>La responsabilit&agrave; di guidare verso scelte sostenibili</h3>

Nel campo del marketing e della comunicazione, sappiamo bene come i brand non si limitano a rispondere ad esigenze esistenti, ma spesso creano o stimolano nuove domande e comportamenti.&nbsp;

Un esempio pratico &egrave; l&#39;uso di meccanismi di gamification per rendere le scelte sostenibili degli utenti pi&ugrave; accattivanti, come trasformare un bidone della raccolta differenziata in una slot machine che premia l&rsquo;attivit&agrave; e la buona pratica del riciclo.&nbsp;

Questi approcci dimostrano come i brand possano influenzare positivamente sia i consumatori sia i dipendenti verso scelte ritenute pi&ugrave; sostenibili.

<h3>Gamification, sostenibilit&agrave; e welfare aziendale: Il case study LEVEL UP</h3>

LEVEL UP &egrave; un altro esempio. Un software di gamification, progettato per promuovere comportamenti sostenibili ed etici, che si allineano ai valori del brand. Un sistema di ricompense rende le scelte sostenibili pi&ugrave; accattivanti per i propri dipendenti.

In un&#39;importante azienda farmaceutica, l&#39;impiego di LEVEL UP ha portato a un aumento significativo nella percezione positiva del brand e nella consapevolezza delle azioni sostenibili tra i dipendenti. Questo successo sottolinea l&#39;importanza per le aziende e i brand di focalizzarsi sul branding sostenibile, bilanciando profitto e responsabilit&agrave; ambientale e comunicando efficacemente i propri valori.

<h3>Verso un futuro sostenibile e inclusivo?</h3>

Adesso assistiamo a un cambio di paradigma nel mondo del branding: la sostenibilit&agrave; e il welfare aziendale non sono pi&ugrave; semplici strategie di marketing, ma diventano imperativi etici e strategici per costruire un futuro pi&ugrave; equo e sostenibile. Le aziende che abbracciano questi valori non solo rispondono alle esigenze del mercato attuale, ma contribuiscono attivamente alla creazione di un mondo migliore.

Auguriamo che questa tendenza non si arresti, portando ad un&#39;era in cui la responsabilit&agrave; ambientale e sociale diventi la norma, non l&#39;eccezione. Auguriamo che ogni brand, grande o piccolo, possa diventare un agente di cambiamento positivo, guidando la societ&agrave; verso un futuro davvero sostenibile e inclusivo.

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Branding Sostenibile: l'imperativo per i Brand e il Ruolo del Welfare Aziendale

<h2>Cosa rende un brand memorabile? Sicuramente, la fortuna non basta. A far pendere l&rsquo;ago della bilancia a favore o a sfavore del suo successo gioca un ruolo importante la tipografia.</h2>

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Sottovalutare l&rsquo;importanza della ricerca tipografica &egrave; uno degli errori da commettere se si vuole comunicare in maniera inefficace e noiosa. La tipografia, se ben studiata, pu&ograve; catturare l&rsquo;attenzione del lettore, migliorare la leggibilit&agrave; e creare un&rsquo;identit&agrave; visiva unica per un marchio o un progetto. &Egrave; molto pi&ugrave; di una semplice scelta estetica: trasmette emozioni, crea atmosfera e veicola un messaggio.

Per i brand, la scelta di un font appropriato &egrave; essenziale per creare un&rsquo;identit&agrave; visiva riconoscibile che sia in grado di comunicare personalit&agrave;, stile e valori. Un esempio? Un carattere elegante e serif pu&ograve; suggerire tradizione e affidabilit&agrave;, mentre uno sans serif pu&ograve; evocare modernit&agrave; e innovazione. Immaginate se Apple, fra le aziende pi&ugrave; innovative al mondo, iniziasse a utilizzare il font Papyrus in una fusione bizzarra tra il tecnologico e l&rsquo;antico. Il risultato sarebbe una comunicazione visiva abbastanza confusa e dissonante, non credete?

A questo serve la ricerca tipografica, a individuare il font pi&ugrave; adatto per rappresentare un marchio, aiutandolo a distinguersi dalla concorrenza e a rimanere impresso nella mente delle persone.

Per questo motivo, noi di Reverse Studio mettiamo la tipografia al centro di tutti i nostri progetti di branding, con l&rsquo;obiettivo di creare dei lettering in grado di comunicare tutti gli aspetti di un brand attraverso la semplice forza delle parole.

Ne &egrave; un esempio il font costruito ad hoc dalla nostra art director della sede milanese&nbsp;Eleonora Invernizzi per Terre Ritrovate. Le sue forme richiamano appositamente la scrittura a mano per enfatizzare l&rsquo;aspetto umano e artigianale del brand.&nbsp;

Il progetto pi&ugrave; recente dove abbiamo curato particolarmente l&rsquo;aspetto tipografico &egrave; FLUIDƏ, per il quale la nostra brand director Jessica Luce Puleo ha ideato un lettering che fosse in grado di riflettere l&rsquo;essenza stessa della fluidit&agrave;, contribuendo a trasmettere l&rsquo;idea al centro del progetto e a donargli un&rsquo;anima unica.

Il nostro stesso logo &egrave; stato generato per far trasparire in modo ineluttabile l&rsquo;atteggiamento e il carattere del nostro studio: noi siamo questi e siamo cos&igrave;. Per questo la scelta &egrave; ricaduta sul GT AMERICA. Le sue linee marcate e decise, insieme alla sua forma ampia, in abbinamento al colore rosso creano un mix che riflette appieno ci&ograve; che siamo.

E le altre realt&agrave; quanta importanza danno alla tipografia? Abbiamo deciso di confrontarci con Type Thursday che, sbarcata a Milano lo scorso gennaio, organizza in varie parti del globo dei talk mensili focalizzati sul graphic design e sulla tipografia con dei guest esperti del settore.&nbsp;

Alle nostre domande ha risposto Giovanni Stillittano, Design Director in AUGE Design Milano, Chapter Lead di Type Thursday Milano e cofondatore di Milanomockups.psd. Inoltre, per alcuni anni &egrave; stato docente di packaging design allo IED di Firenze e recentemente ha tenuto dei workshop al Politecnico di Milano e alla Libera Universit&agrave; di Bolzano.

Iniziamo l&rsquo;intervista chiedendogli qualcosa in pi&ugrave; su di s&eacute; rispetto al mondo del design.

Da cosa &egrave; nata la tua passione per il design e la tipografia?

La passione per il design &egrave; difficile dire da dove sia arrivata. Sono sempre stato uno che razionalizza tanto. Ricordo che da piccolo studiavo qualsiasi oggetto per capire come fosse fatto, quale fosse il senso dietro a ogni scelta progettuale. Infatti, poi ho studiato Disegno Industriale in universit&agrave; e a lungo sono stato convinto che nella vita avrei progettato oggetti. La grafica &egrave; arrivata dopo, non so come, ma in qualche modo era un mondo associabile a quello del product design proprio perch&eacute; anche in comunicazione visiva le scelte vanno (quasi) sempre giustificate.

L&rsquo;amore per la tipografia, invece, &egrave; stato una conseguenza del mio ambito di specializzazione. Spiego meglio: AUGE Design nasce come agenzia sia di branding che di packaging, ma principalmente di quest&rsquo;ultimo.&nbsp;

A livello lavorativo, quando si trattava di graphic design, sono sempre stato in fissa con il rigore delle griglie di costruzione, con le impaginazioni un po&rsquo; svizzere, insomma con tutto un mondo grafico che era sicuramente pi&ugrave; branding oriented piuttosto che packaging oriented. E cos&igrave;, all&rsquo;interno dell&rsquo;agenzia, sono diventato un punto di riferimento per progetti di identit&agrave; visive. Questo ha richiesto che mi specializzassi nella tipografia, anche se a dirla tutta proprio uno specialista non sono. Sono solo un amante del type.&nbsp;

Quali sono i fattori che influenzano la scelta di un carattere tipografico?

Solitamente la scelta di un carattere, cos&igrave; come quella di un colore o di un qualsiasi asset visivo, &egrave; determinata dalla funzione a cui il type stesso assolver&agrave;.

Utilizzi diversi richiedono naturalmente scelte diverse: scegliere una tipografia o un&rsquo;altra pu&ograve; dipendere dal tono di voce che si vuole adottare; se si lavora a un&rsquo;identit&agrave; visiva, dal posizionamento di marca; se si progetta un packaging dal target, dal canale di distribuzione, dal tipo di scaffale o categoria merceologica; su prodotti editoriali da esigenze pi&ugrave; o meno visual o pi&ugrave; o meno di facilit&agrave; di lettura. Sono mille variabili che per&ograve; riescono a dar vita a output dalle pi&ugrave; sfaccettature, cosa che trovo bellissima.

Qual &egrave; la sfida pi&ugrave; comune che incontri durante la progettazione?

Essere sempre originali. Viviamo in un mondo e in un&rsquo;epoca dove gli input sono talmente tanti che ormai non prestiamo attenzione pi&ugrave; a nulla. Per questo &egrave; fondamentale, visto che la comunicazione visiva parla alle persone, essere coinvolgenti, empatici e provare a persistere nella testa delle persone per pi&ugrave; di qualche secondo. E poi, in realt&agrave;, sfidarsi ogni giorno nel cercare di essere creativi serve anche a me prima ancora che ai fruitori dei miei lavori, perch&eacute; mi fa divertire, mi fa passare la giornata. Che noia sarebbe passare 8 ore davanti al computer ogni giorno senza almeno provare ad essere creativi!

Da ogni singola risposta data a queste prime domande traspare la sua profonda passione per questo lavoro, e non c&#39;&egrave; cosa pi&ugrave; bella che amare quello che si fa. Decidiamo di andare oltre.

Le realt&agrave; creative milanesi danno la giusta importanza alla tipografia?&nbsp;

Vivo a Milano da troppo poco per dirlo nello specifico. Per quanto riguarda il design in generale risponderei assolutamente s&igrave;, perch&eacute; di eventi, musei, conferenze e workshop ce ne sono un milione ed &egrave; quasi difficile partecipare a tutte le iniziative che la citt&agrave; offre, ma meglio cos&igrave; che il contrario. Sulla tipografia in particolare nell&rsquo;immediato non ne ho trovati, quindi ho avviato personalmente Type Thursday anche qui.

Perch&eacute; &egrave; stato creato Type Thursday? Qual &egrave; il suo obiettivo?

Type Thursday nasce come uno spazio di incontro per gli amanti della tipografia libero da giudizi, differenze, seniority, competizione. &Egrave; un evento gratuito al quale tutti possono partecipare.

Il format &egrave; stato creato a New York molti anni fa, e con il tempo ha preso piede fino ad arrivare in quasi venti citt&agrave; del mondo, tra cui Barcellona, Londra, Mosca, Citt&agrave; del Messico, San Francisco, Los Angeles, Firenze e cos&igrave; via.

Originariamente lo scopo dell&rsquo;evento era quello di condividere progetti in corso con amici e conoscenti del settore, ma per lo pi&ugrave; &egrave; un modo per creare delle community di appassionati e professionisti nelle citt&agrave; che lo ospitano. Devo ammettere che funziona molto bene: abbiamo fatto ormai 6 edizioni, un appuntamento al mese, e il gruppo che si &egrave; creato &egrave; molto coeso, gli abitudinari sono la maggior parte, ma ci sono anche tante facce nuove a ogni incontro.&nbsp;

Come vengono scelti i guest che partecipano?

Funziona cos&igrave;. Ogni episodio vede protagonisti tre speaker sempre diversi, che ci raccontano di loro e dei loro progetti. Possono essere sia studenti che chiedono consigli su un progetto wip, professionisti che vogliono far conoscere il loro lavoro, oppure docenti universitari che tengono vere e proprie lezioni su specifici temi. Non c&rsquo;&egrave; un criterio di selezione rispetto alla partecipazione come speaker. Noi organizzatori ci limitiamo a &ldquo;mescolare&rdquo; un po&rsquo; gli ospiti di ogni serata in modo da avere sempre un buon bilanciamento tra progetti dal taglio pi&ugrave; accademico, lavori pi&ugrave; visual-oriented oppure ancora in fase di sviluppo.&nbsp;

Come e perch&eacute; sei entrato a farne parte?

Il mio primo contatto con Type Thursday &egrave; avvenuto nel 2019, quando ancora vivevo a Firenze. Avevo appena realizzato in AUGE l&rsquo;identit&agrave; di un piccolo brand, Famiglia Crispino, basata unicamente sulla tipografia e sulle composizioni tipografiche. Al che, un amico designer mi chiese se avessi voglia di presentarlo a questo evento, spiegandomi come funzionasse.

Da l&igrave; in poi sono diventato un membro attivo della community, condividendo anche altri miei lavori e mettendomi a disposizione del team di TT Firenze quando serviva una mano, cosa che mi ha fatto conoscere la realt&agrave; di Type Thursday anche dall&rsquo;interno.

Stacco. Gennaio 2022, mi trasferisco a Milano. Non conosco quasi nessuno se non un paio di colleghi, non conosco la citt&agrave;, non so che fare e non so chi frequentare. Allora mi sono mobilitato per portare Type Thursday anche qui. In pochi mesi entro in contatto con l&rsquo;organizzazione global del progetto, e insieme a Luciano (ex Dialogue Lead di TT Firenze), Cecilia, Giovanni e ad Agata abbiamo fondato l&rsquo;episodio milanese.

La nostra ambizione &egrave; quella di spingere il progetto oltre quello che &egrave; sempre stato. Abbiamo in programma tantissime cose tra workshop, portfolio reviews, open call su progetti collaborativi, spazi per chi cerca e per chi offre lavoro&hellip; Insomma, vorremmo che la community cresca e prosperi, che si facciano insieme delle belle cose e che TT Milano diventi un punto di riferimento per chi lavora nel settore del graphic design. E per chi si tiene sempre un gioved&igrave; libero al mese.

Per noi una cosa &egrave; certa, siamo sintonizzati sulla sua stessa frequenza.

In un mondo in cui l&#39;attenzione e la comunicazione visiva sono sempre pi&ugrave; rilevanti, la ricerca tipografica si conferma un pilastro fondamentale per il successo del branding. La prossima volta che osservate un logo, leggete un testo o vi imbattete in un packaging accattivante, ricordate che dietro ogni carattere tipografico c&#39;&egrave; un&#39;arte in grado di dare vita a un&#39;identit&agrave; visiva unica e indimenticabile. 
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La strada per il successo del branding: conversazione con Type Thursday sulla ricerca tipografica

<h2>Nell&rsquo;epoca in cui domina il fascino per l&rsquo;effimero anche l&rsquo;engagement &egrave; a tempo determinato. Questo fenomeno non risparmia le tematiche sociali che, come le mode, quando non vanno pi&ugrave; di tendenza cadono nell&rsquo;oblio. </h2>

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A giugno, puntuali come orologi svizzeri, i social si colorano di tinte arcobaleno per celebrare il mese del Pride. In questo periodo numerosi brand e influencer si uniscono al coro per sostenere la comunit&agrave; LGBTQ+, ma spesso sembrano farlo solo per aumentare la propria visibilit&agrave;.&nbsp;

Negli anni, il Pride ha subito un&rsquo;evoluzione che ha portato a un aumento della commercializzazione da parte di molte aziende.&nbsp; Queste hanno cercato di cavalcare l&#39;onda del successo del Pride creando prodotti e campagne che all&rsquo;apparenza sembrano sostenere la comunit&agrave; LGBTQ+, ma che spesso si rivelano essere solo strategie di marketing superficiali.&nbsp;

Come distinguere chi lo fa in buona fede da coloro che cercano solo un guadagno? Una cosa &egrave; certa, indurre dei potenziali clienti a credere che un marchio sia impegnato attivamente nel sostegno di tematiche sociali pi&ugrave; di quanto non lo sia in realt&agrave;, solo per aumentare le proprie entrate, &egrave; fare washing. Se poi &egrave; l&rsquo;onda del Pride a essere cavalcata per guadagnare, si tratta di un rainbow washing a tutti gli effetti.&nbsp;

Perch&eacute; quando ci sta a cuore un tema socialmente rilevante ne parliamo solo se fa comodo, giusto? Infatti, una volta che la causa perde popolarit&agrave; molti abbandonano la nave, concretizzando il loro impegno in un attivismo superficiale e passeggero che, nel caso del Pride, si conclude con l&rsquo;inizio del mese di luglio.&nbsp;

Da quel momento in poi, scompaiono le tinte arcobaleno e i profili social di molte aziende tornano alla loro palette quotidiana. Qui &egrave; dove il washing si trasforma in ghosting, un fenomeno che si manifesta quando qualcuno o qualcosa viene ignorato o escluso senza spiegazioni o giustificazioni.&nbsp;

Quando per&ograve; a non venir pi&ugrave; considerato &egrave; il Pride, un&rsquo;occasione nata per celebrare l&rsquo;identit&agrave; e i diritti delle persone LGBTQ+, per festeggiare le diversit&agrave;, combattere l&rsquo;omofobia e la transfobia, e per promuovere l&rsquo;accettazione e l&rsquo;uguaglianza, il rischio &egrave; quello di innescare una pericolosa reazione a catena di distacco e discriminazione.&nbsp;

Il rapido abbandono e la dimenticanza possono indebolire l&#39;efficacia del movimento, riducendo l&#39;attenzione e le risorse necessarie per sostenerlo. Per fortuna, nonostante la prevalenza di un engagement effimero, esistono persone e organizzazioni che mantengono un impegno autentico verso le tematiche sociali, indipendentemente dalla loro fugace popolarit&agrave;. Guidati dalla loro passione e dalla consapevolezza dell&#39;importanza di affrontare le questioni sociali a lungo termine, sono coerenti e costanti nel loro impegno al di l&agrave; delle mode e delle tendenze superficiali.

Tutti dobbiamo porci delle domande su come mantenere un sostegno costante, promuovendo una consapevolezza a lungo termine e un cambiamento effettivo nella societ&agrave;. Perch&eacute; anche se il movimento per i diritti LGBTQ+ ha compiuto progressi significativi negli ultimi decenni, rimane ancora molto lavoro da fare per raggiungere una piena uguaglianza e accettazione nella societ&agrave;.&nbsp;

Basta guardare il Rapporto annuale 2023 ILGA-Europe sulla situazione dei diritti umani delle persone LGBTQ+ in Europa e Asia centrale, secondo cui il 2022 &egrave; stato l&#39;anno pi&ugrave; violento degli ultimi 10 anni per la comunit&agrave;.&nbsp;&nbsp;

Fra le varie violenze compiute, il rapporto ha inoltre rilevato due attacchi terroristici nelle vicinanze di locali frequentati dalla comunit&agrave; LGBTQ+, sia in Norvegia che in Slovacchia. Eventi che hanno causato la perdita di 4 vite e 22 feriti.&nbsp;

Solo attraverso uno sforzo collettivo possiamo costruire un mondo in cui tutti siamo liberi di amare, vivere e celebrare la nostra identit&agrave; senza paura di discriminazioni o pregiudizi. Per questo noi ci impegniamo a sostenere la causa tutti i mesi dell&rsquo;anno, non solo a giugno.&nbsp;